Occorre un coltello a punta, meglio se è a Grammedd, italianizzato in Grammedda o Grammella, il coltello a forma di foglia di olivo che usiamo noi a Taranto, o la Pinza per Ricci, che si vende nei negozi specializzati, serve ancora una bacinella con acqua di mare se non c'è prendere dell'acqua di rubinetto e salarla al punto giusto, serve ancora una tazza in cui raccogliere la Polpa ed un cucchiaino per facilitarsi il compito.
Mettere il Riccio nel palmo della mano con la bocca verso l'alto e tranciarlo ad un po' meno della metà con la pinza o scavarlo con la punta della Grammedda, partendo dalla bocca, che viene via in un solo colpo, fino a scoprite tutto il ben di dio che c'è all'interno, operando con accortezza per evitare di rompere eccessivamente questo scrigno di bontà.
se intendiamo mangiare i Ricci crudi, sistemiamoli in un bel piatto e poi mangiamoli con un pezzetto di pane, che serve a fare la “scarpetta”, sbrigandosi perché sono molto deperibili una volta liberati del loro guscio. Se volete fare la prova, li vedrete disfarsi, trasformandosi in una gelatina rossa.
Se invece vogliamo usare la polpa per far la pasta o altro, toglierla delicatamente con un cucchiaino e riporla in una tazza, per usarla comunque nel giro di mqssimo qualche decina di minuti.
Li preferisco crudi,appena pescati, direttamente a mare ....sono buonissimi!!!
RispondiEliminaQuelle "forbici" sono un portento!!
Anch'io li amo crudi. Questi comunque sono invernali, quando sono ancora migliori.
RispondiEliminaLe forbici? si sono comode e "facili" da usare ma io preferisco il metodo antico anche se mi costa sempre qualche spina, lunga a veni fuori da sola, che, spesso è l'unico sistema.