Oggi siamo andati al mercato non sapendo cosa cucinare, abbiamo deciso quando siamo stati al cospetto di cotanta bellezza e convenienza. Dato il prezzo non ce la siamo sentita di prenderne meno di un chilo, erano solo a 2,00 € al chilogrammo. Siamo solo due, che ne facciamo di tutto questo pesce? Deciso: una metà la faremo in saor, un quarto sulla brace e l'altro al forno (clicca qui per ricetta).
Il saor è un modo di conservare il pesce sarà migliore tra due o tre giorni, alla brace lo mangeremo immediatamente e al forno, se dovesse rimanere, andrà bene anche domani.
La preparazione in saor è veneta (clicca qui per ricetta) con pesce fritto, anche da noi esistono sistemi simili di consevazione. La scapece, adatta al pesce piccolo; frittolo lo si mette in tini a strati coperti di pangrattato aromatizzato con zafferano e aceto. Più semplicemente il pesce fritto lo si consevava per qualche giorno irrorandolo di aceto e sale. Tutti questi metodi erano attuati per conservare il pesce quando si facevano delle pescate abbondanti, non essendo sicuri che nei giorni successivi si avrebbe avuto la stessa fortuna.
Passiamo alla preparazione della ricetta più semplice, l'arrosto.
Eviscerate e lavate, non troppo, non squamate le sarde si mettono sui carboni ardenti a fuoco molto vivace dopo averle bagnate in olio e aceto, continuare ad irrorarle con questo intruglio durante la cottura, sevendosi di un ciuffo di prezemolo, salarle solo a fine cottura per evitare che il sale le asciughi troppo. Si consiglia di gustarle accompagnandole con una insalata di cipolle rosse fresche di Tropea o anche di Acquaviva, condite con olio, aceto, sale e pepe.
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