La dieta si fa contenendo le quantità non la qualità

1 maggio 2011

Linguine con Cozze Patelle e Lumachine

Durante la recente vacanza in Sardegna, in una giornata di relax, ho fatto una passeggiata sugli scogli e li ho visti incrostati di Cozze Patelle o Cappelli di Prete o come li volete chiamare, sono quei molluschi monovalva che sono attaccati tenacemente agli scogli e risultano molto mimetici, sembrano che ne facciano parte. In men che non si dica ho deciso di farne un intingolo per condire due linguine per il mezzogiorno. Ne ho raccolto una bella manciata, ci ho aggiunto un po' di Lumachine di Mare che erano lì a portata di mano, ho lavato il tutto ben bene, graffiando le alghe attaccate sulle Patelle, ho riempito la coppetta in cui le avevo messe di acqua di mare e le ho riposte in un posto al fresco. Mezz'ora prima di pranzo, mentre l'acqua della pasta era prossima a bollire ho tagliato a fette spesse uno spicchio di aglio e l'ho messo a scaldare in abbondante Olio EVO con un mezzo Peperoncino spezzato, quando l'olio è stato ben caldo e l'aglio abbastanza scuro, ho buttato dentro Patelle e Lumachine, c'ho dato una bella rimestata e rimestata, mentre tutto sfrigolava, ho aggiunto le linguine più che al dente, un po' d'acqua di cottura di questa, qualche altra rimestata, carezzando la pasta che incorporava l'intingolo e a fuoco spento una spolverata di Prezzemolo tritato fino. Sarà stata la location, sarà stata la freschezza degli ingredienti, sarà stata . . . ma quando abbiamo finito ce ne saremmo fatti altri due.



Questo episodio mi ha fatto ricordare di quando, autostoppista in Grecia, meno che ventenne, era quindi la metà degli anni sessanta, affamato per l’ora, era circa mezzogiorno, per l’età e le scarse disponibilità, mi guadagnai l’ammirazione ed il maldestro tentativo di imitazione di un gruppo di inglesi, una in particolare, tuffandomi in mare, attrezzato soltanto di un piccolo ma robusto coltello ed una retina, e tornando dopo poco con Patelle, Ricci, Cozze Pelose e Cozze Nere, sinceramente il merito fu della generosità di quel mare incontaminato. "Italians never die of hunger", gli italiani non muoiono mai di fame, fu il commento degli inglesi, divenuti subito commensali con sempre una in maniera particolare.

L’episodio fa il pari con quanto accadde in Galizia, non molti anni fa, andando a visitare un villaggio celtico posto su un promontorio, che divideva in due un piccolo e chiuso golfo. Vi giungemmo attraversando una natura lussureggiante ed in riva al mare scoprimmo gli scogli del bagnasciuga rivestiti letteralmente di ogni ben di dio: Cozze Nere, in particolare Patelle enormi,  addirittura due rami di Percebes (1), il meglio del meglio che il mare possa dare sotto forma di Frutto di Mare, ci sembrò di essere i Messapi, giunti dall’entroterra, o gli antichi e mitici Spartani, giunti dal mare, quando entrambi scoprirono la costa dove decisero, in tempi diversi, di fondare i primi nuclei abitativi, che poi diedero origine a Taranto. Sicuramente non furono le lacrime di Ethra (2) ma per l’abbondanza e la facilità di raccolta dei frutti di mare, preziosa fonte di proteine e lipidi.


Intuibile la fine che fecero, parlo di noi in Galizia, le quattro manciate di frutti che in quattro e quattro otto raccogliemmo, furono un magnifico antipasto, che ci preparò a due spaghetti espressi alle Cozze in bianco, eravamo pur stanchi dei sia pur ottimi e purtroppo spesso irripetibili in tutto o in parte: Cocidi, Costillas, Chorizzos, Pulpo da Feira, Sopa, Callos e Caldos, ecc… ecc…
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(1) Percebes - Crostacei cirripedi atlantici - Molto rari e molto ricercati. I galiziani rischiano la vita per raccoglierne pochi chili al giorno, calandosi da altissime falesie della Costa da Morte. Sono saporitissimi, conservando uno spiccato sapore di mare, sono carissimi essendo rarissimi. Vengono pescati anche sulla costa atlantica del Marocco ma, a detta degli spagnoli, non sono minimamente paragonabili. La loro strana forma di tubicino rugoso con in punta delle conchigliette, sono parenti stretti dei Balani o Denti di Cane, che le faceva somigliare al collo di un'oca, fece credere agli antichi che fossero la forma larvale delle Oche Artiche, che vedevano stagionalmente invadere le loro terre senza spiegarsene la provenienza, pertanto queste oche, attribuitagli una origine marina, furono dette Oche di Magro, dal che la possibilità di cibarsene il venerdì e durante la quaresima.
(2) Ethra - Moglie di Fàlanto il mitico fondatore di Taranto, un po' meno mitico di Taras il figlio di Nettuno, altro fondatore, giunto nei pressi della costa ove sorse Taranto a cavallo di un delfino. L'Oracolo di Delphi aveva detto "il vostro viaggio terminerà quando pioverà a ciel sereno", Ethra pianse e le sue lacrime bagnarono il capo di Fàlanto, reclino nel suo grembo per farsi consolare del lungo e pericoloso viaggio, che sembrava non avesse mai fine. Questo avvenne in vista di Saturo, vicinissimi alla pianura che vide nascere Taranto. Quindi Taranto sorse per volere o di Nettuno o di Apollo e per opera, questa è storia, degli spartani.

7 commenti:

  1. Ciao c'è un premio per voi sul mio blog..
    A presto, Artemisia

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  2. Questo blog regala invitanti ricetti e splendidi attimi di vita!
    Complimenti davvero! Vi seguiamo!
    Francesca & Pietro di http://singerfood.blogspot.com/

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  3. Ragazzi, cosa mi ero persa finora: il vostro blog è bellissimo! Ricette sfiziose e racconti davvero interessanti. Condivido ogni, ogni punto della vostra filosofia di viaggiatori e da oggi.. non vi mollo più!
    Splendida e commovente la foto iniziale.

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  4. Grazie a tutti per le belle, incoraggianti e premianti parole

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  5. Ciao Mimmo che spettacolo le cozze patelle, che bello raccoglierle in riva al mare...la tua ricetta è molto invitante da provare! Complimenti

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  6. Ciao Mimmo che spettacolo le cozze patelle, raccoglierle in riva al mare...mhh sentiamo il sapore da qui! La tua ricetta è da provare! Complimenti

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  7. E voglio sapere se è vero quel che ho detto ;)

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