La dieta si fa contenendo le quantità non la qualità

25 maggio 2012

Calamari Palla Arricciati

Al mercato l'altro giorno credendo di prendere dei Moscardini, scherzi dell'età, della presbiopia e della non sopportazione di lenti bifocali, ho acquistato questa specie di Calamari Alieni, non siamo ancora riusciti a sapere come si chiamano, li abbiamo battezzati per ora Calamari Palla. Sono dei Cefalopodi Decapodi, hanno cioè dieci tentacoli come le Seppie, i Totani o i Calamari, due dei quali sono ripiegati in una teca e vengono estroflessi  velocissimamente solo al momento di attaccare la preda, sono i più lunghi ed hanno le ventose solo in punta, li avrete sicuramente notati in seppie e calamari. Le ventose, come nei loro parenti prossimi, sono disposte su più file, distinguendoli nettamente da Polpi e Moscardini che hanno, rispettivamente, solo due e una fila. Ciò che accomuna questi "Calamari Palla" ai Cefalopodi Octopodi, polpo e moscardino, è la mancanza assoluta di osso di qualsiasi genere pur essendo, alcuni di questi esemplari, evidentemente adulti per la presenza di ovaie.
Questa disquisizione scientifica, non ha lo scopo di mostrare la nostra sapienza ma solo di spiegare bene l'aspetto e poter ricevere notizie da i tanti, che sicuramente ne sanno più di noi, passiamo ora a come li abbiamo preparati, fidandoci del pescivendolo, al quale, sicuri che si trattasse di moscardini, non abbiamo chiesto informazioni ma si tratta senza alcun dubbio di specie commestibile. Per capire appieno il soggetto l'abbiamo sottoposto a ben tre esperimenti culinari: Crudi Arricciati, in Umido con le Linguine e Ripieni al Forno.


Per arricciarli, come avremmo fatto con delle seppioline, li abbiamo lungamente nazzicati, come diciamo in Puglia, cioè cullati con l'ausilio di una coppa e un bastone cilindrico dopo averli puliti per bene da interiora, occhi e becco, aggiungendo pochissima acqua, qualche cubetto di ghiaccio e un pochino di sale, giusto per ricreare la salinità dell'acqua marina.



Si mangiano poi con una semplice strizzata di limone, questo è il modo ortodosso del barese, poi c'è una maniera più generalmente e facilmente accettata, e qui stiamo parlando in generale di seppioline e polipetti, eventualmente quando sono più grandi, di tagliarli, una volta "arrzzat", a striscioline e condirli oltre che con il limone anche con dell'olio e pepe nero. Ne abbiamo anche parlato a proposito del Polpo Arricciato .


L'esperimento è stato soddisfacente e da ripetere, dopo il trattamento, molto rapido per la loro estrema ed evidentissima freschezza, sono risultati croccanti e scrocchiosi, una delizia da intenditori. Questo detto per avvicinare altri alla pratica e non per allontanare, pensiamo solo che se non avessimo avuto il coraggio di provare altri cibi saremmo ancora al solo latte materno.
Abbiamo inserito questa preparazione, riservandola a seppioline, veramente piccole, al limite della pescabilità, in un piatto unico, alquanto complesso, denominato "Giretto in Lucania".

Abbiamo ricevuto informazioni ulteriori ed abbiamo appreso che nell'Alto Adriatico sono detti Zottoli e Calamarette in altri posti, mentre il nome scientifico è Sépiola Rondeletii, pertanto Sépiole in italiano.
Cliccando qui troverete ulteriori informazioni.
Vecchi pescatori baresi, che chiamano questo cefalopode "Cap Test", cioè teste dure, ci hanno fatto sapere che "questi mostri, mangiati crudi e vivi, sono pericolosissimi, sarebbero capaci di aderire alla parete dello stomaco con gravissime conseguenze", leggende su animali rari e per questo misteriosi.

1 commento:

  1. Ciao Mimmo, ma secondo questi http://www.isaporidelmediterraneo.it/2012/03/vermicelli-pipe-de-oro-alle-calamarette.html
    nel link , sono lo stesso animale?
    Grazie e a presto

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