La dieta si fa contenendo le quantità non la qualità

28 novembre 2011

Cazon cu l Rap - Calzone con le Cime di Rapa stufate



Preparata la pasta alla maniera del Calzone con la Cipolla (cliccare per ottenerla), usando lo stesso metodo, si fa quest'altro calzone. Il ripieno sarà di Cime di Rapa stufate , la cui ricetta otterrete cliccando e scegliendo la maniera che preferite, qui noi abbiamo adottato quella più seria ed impegnativa, non facendoci mancare nulla.

25 novembre 2011

Insalata di Lampascioni

In Insalata e Stufati (per ricetta qui)

Scegliere al mercato Lampascioni piuttosto piccoli, senza germoglio ed asciutti; pulirli, togliendo le radici e il primo strato. Lasciarli integri, non siamo daccordo con chi pratica tagli a croce sul fondo o li taglia del tutto da crudi, questo farebbe penetrare acqua di lavaggio, di spurgo o di cottura, cuocendo eccessivamente l'interno, più tenero. 
Metterli a bagno in acqua abbondante, sciacquandoli ben, bene ai primi cambi per togliere eventuale sporco residuo di terra, proseguire con cambi soventi per tre o quattro giorni. Questo trattamento li renderà meno amari pertanto i giorni ed i cambi d'acqua potranno essere modulati a seconda del personale gradimento dell'amaro.
Metterli a bollire in acqua fredda e salata, appena son cotti, devono essere masticabili ma restare croccanti, versarli in acqua fredda, lasciandoveli per una decina di minuti per fermare la cottura sicuramente anche all'interno, scolarli, tagliarli a metà o in quattro e condirli con Aceto di Vino Rosso (può andar bene anche quello balsamico e, se volete mantenere il colore, va bene anche il bianco), Aglio a fettine, per scansarlo chi vuole, Olio EVO e, se gradito, qualche pezzo di peperoncino e qualche fogliolina di menta ed ancora una aggiustatina di sale.

Lampascioni Stufati

Lampascioni Stufati a contorno di Polpette di Carne Fritte da condire in Salda di Pomodoro con Carne tritata (per ricette cliccare sui nomi)


Scegliere al mercato Lampascioni piuttosto piccoli, senza germoglio ed asciutti; pulirli, togliendo le radici e il primo strato. Lasciarli integri, non siamo daccordo con chi pratica tagli a croce sul fondo o li taglia del tutto da crudi, questo farebbe penetrare acqua di lavaggio, di spurgo o di cottura, cuocendo eccessivamente l'interno, più tenero. 
Metterli a bagno in acqua abbondante, sciacquandoli ben, bene ai primi cambi per togliere eventuale sporco residuo di terra, proseguire con cambi soventi per tre o quattro giorni. Questo trattamento li renderà meno amari pertanto i giorni ed i cambi d'acqua potranno essere modulati a seconda del personale gradimento dell'amaro.

Fare un profondo taglio a croce sul fondo dei Lampascioni e porli in un tegame con coperchio dove si sarà scaldato un fondo di Olio EVO, uno o due Spicchi di Aglio a fettine (intero e più abbondante se intendete toglierlo a cottura ultimata), un Peperoncino piccate, salarli ed irrorarli di un bel bicchiere di Vino Rosso, ideale sarebbe del Primitivo o del Negramaro. Coprire e far cuocere a fuoco bassissimo; quando il vino si sarà riassorbito, rigirarli spesso, favorendone lo sfaldamento. A cottura ultimata dovranno essere sfaldati, ancora croccanti e tornati completamente al solo olio. 

13 novembre 2011

Vellutata di Cardoncelli

Mesi ideali per questo piatto: Settembre, Ottobre, Novembre, Dicembre, Febbraio,

Vellutata di Cardoncelli e Pollo alla Cacciatora (clicca per ricetta)
Questo è un piatto che solitamente facciamo avendo fatto anche il Risotto con i Cardoncelli (clicca per ricetta); nel brodo vegetale, che per esso prepariamo, mettiamo, oltre a Cipolla e Sedano anche delle Patate e Gambi di Funghi, pertanto le patate avranno assorbito il sapore dei funghi, così, ovviamente, sarà anche per il brodo stesso. Solitamente quando si fanno i risotti si fa brodo in abbondanza ed alla fine ne avanza, che si fa si butta? In cucina, dicono sempre i grandi chefs "non si butta mai niente". Consideriamo questo brodo anche una preparazione di recupero degli scarti dei funghi,  con questo piatto recuperiamo le patate e l'energia utilizzata per la cottura del brodo stesso. 
Sempre facendo il risotto, il primo passo è: preparare dei funghi trifolati. Ne facciamo un pochino di più e li mettiamo da parte.
A questo punto abbiamo tutto ciò che occorre per questo fantastico e delicatissimo contorno: Patate Lesse, Funghi Trifolati e del Brodo Vegetale al gusto di fungo, il tutto proveniente da una contemporanea preparazione di risotto, quindi Avanzi.
In un tegame sminuzziamo le patate, le schiacciamo con una forchetta ed aggiungiamo in parte il brodo avanzato senza esagerare, ce ne occorre quello sufficiente a rendere fluido il composto, mettiamo sul fuoco, quando comincia a sobollire, aggiungiamo i funghi trifolati. Lasciamo cuocere il necessario per ottenere l'amalgama dei sapori e la consistenza desiderata, dosando brodo e evaporazione.
Il piatto è pronto bisogna solo correggere di sale e di piccante con l'aggiunta o di Olio Santo o Pepe Nero appena macinato. Ci sta bene anche una bella spolverata di Prezzemolo fresco appena tritato. Inutile dire che chi volesse la consistenza di una crema non deve far altro che passare il tutto insieme, anche i funghi, noi la preferiamo con funghi da masticare e patate da sorbire. Mi raccomando "Passare" non frullare, come ormai si fa tutto e nemmeno lavorare al mixer, le patate assumerebbero una sgradevole consistenza collosa.
La ricetta resta valida per qualsiasi fungo.
Funghi Cardoncelli cresciuti in casa

Cappellacci alla Confettura di Cotogne

Mesi ideali per questo piatto: Settembre, Ottobre, Novembre, Dicembre, Febbraio


In questi giorni di inizio autunno abbiamo fatto la Confettura di Cotogne e la Cotognata, la cui ricetta è qui.  Mi sono domandato se questo prodotto, indubbiamente dolce ma di un dolce particolare, potesse essere un ingrediente per piatti salati. Ho pensato che abbinato a Noci, un altro componente dolce del tutto particolarmente, e un formaggio dal sapore molto deciso potesse dar vita ad un interessante ripieno per paste. Siamo stati in dubbio se farcire il solito raviolo o cercare un formato diverso, abbiamo deciso per i Cappellacci, che grosso modo sono dei tortellini più grandi ed abbiamo deciso di esagerare in dimensione, facendo dei cappellacci, partendo da quadrati di pasta all'uovo di dieci centimetri di lato per poter lasciare molta pasta rispetto alla parte ripiena. Per questo piatto abbiamo utilizzato la Confettura di Cotogne, che altro non è che la Cotognata prima che arrivi a solidificare, con una cottura estrema ma sarebbe andata benissimo anche quest'ultima, opportunamente sminuzzata.
I cappellacci saranno troppo grandi per un boccone occorrerà tagliarli, ne basteranno quattro o cinque per commensale.

Ingredienti per 4 persone:
tre etti di Farina 0 - tre uova intere - un pizzico di sale
venti noci - quattro cucchiaini da the di Confettura di Cotogne - 
un cucchiaio di Caciocavallo Podolico di oltre due anni - due patate lesse - 
quanto basta di Sale grosso e di Pepe Nero
sei etti di Cardoncelli scuri della Murgia - una dozzina di cucchiai di Olio Extra Vergine di Oliva - due spicchi d'Aglio - un cucchiaino da caffè di Peperoncino Garofalo - 
un bicchiere di Vino Bianco Martina - otto Pomodori Regina appesi - quanto basta di Sale Grosso - un mazzetto di Prezzemolo - quattro cucchiai di Canestrato Pecorino Pugliese grattugiato


 Innanzitutto si son messe a bollire in acqua salata le patate, saranno pronte quando i rebbi di una forchetta le attraverseranno. Si è impastata la farina con le uova e si è messa a riposare. Nel frattempo si è preparato il ripieno, sbucciando le Noci e frantumandone grossolanamente i frutti, che sono stati impastati con la Patata lessa schiacciata con la forchetta, il Caciocavallo Podolico sminuzzato con una grattugia grossa, la Confettura di Cotogne e la quantità occorrente di Sale e Pepe Nero frantumati in un mortaio in pietra. L'impasto si lascia a riposo per far amalgamare i sapori e i profumi.
Passiamo ora alla pulizia dei funghi che non andrebbero mai lavati ma solo spazzolati e strofinati con un panno umido, non sempre questo è possibile specialmente con funghi che hanno le lamelle in cui si infila facilmente la terra, se li si doveste lavare, che sia una operazione rapidissima, sotto il getto d'acqua, altrimenti i funghi ne assorbirebbero molta, già ne contengono tanta, questo allungherebbe molto la loro cottura, rovinandoli.
Si preparano i Cappellacci alla stessa maniera dei tortellini, partendo, come detto da quadrati di pasta molto sottile, come occorre fare con le paste ripiene, dove lo spessore viene raddoppiato nelle chiusure.
Passiamo alla preparazione della salsa mettendo a soffriggere dolcemente l'Aglio tagliato a fettine in otto cucchiai d'Olio EVO, seguito da due o tre rami di Prezzemolo e dalla grossolana polvere di Peperoncino Garofalo. Quando l'aglio imbiondisce, alziamo la fiamma e quando l'olio è parecchio caldo versiamo i Funghi affettati, facendoli sfrigolare violentemente, favorendone il rapido prosciugamento mantenendo la fiamma alta. Quando i funghi tornano a condimento si sfumano con il vino, ancora una volta la fiamma alta lo farà prosciugare in breve ed aggiungeremo i Pomodori Regina appesi, tagliati a metà e messi in padella dalla parte del taglio per favorirne la rapida cottura.
Nel frattempo i cappellacci sono stati buttati in acqua bollente e salata, appena salgono a galla si passano nell'intingolo dove si rimesteranno dolcemente con l'aggiunta di qualche cucchiaio d'acqua di cottura. A fiamma spenta una bella spolverata di prezzemolo tritato, un giro d'Olio crudo, eventualmente qualche goccia di Santo per correggere un non sufficiente piccante, chiuderà la preparazione una generosa spolverata di Canestrato Pecorino Pugliese.


Volete provarci con altri funghi, anche perché questi al di fuori del Sud Italia, non è facile trovarli.
A proposito, questo fungo, Pleurotus Eryngii, oggi molto coltivato sulla Murgia, in Calabria lo chiamano Feddruritu, in Sicilia Fungiu di Ferla o di Panicaut, in Sardegna Cardolinu 'e Petza o Gardula, in Puglia Carduncidde, Carduncieddi, Carduncieddu.

12 novembre 2011

Souté di Vongole

Mesi ideali per questo piatto: Ottobre - Novembre - Dicembre - Gennaio - Febbraio

In effetti è un Souté di Volgole Veraci Mediterranee con Pane di Grano Duro di Laterza cotto in forno a legna di sarmenti di vite, raffermo e fritto in Olio EVO. Una ricetta semplicissima dove contano gli ingredienti, alcuni, ormai, di difficilissima reperibilità.

Ingredienti come antipasto per 4 persone:
un chilogrammo di Vongole Veraci
dieci/dodici cucchiai di Olio Extra Vergine di Oliva
quattro spicchi di Aglio
due cucchiai di Pomodori a Pezzetti
un Peperoncino
un bicchiere di Vino Bianco Secco
un mazzetto di Prezzemolo
otto fette di Pane Casereccio

Per quanto riguarda la scelta, la pulizia e la preparazione alla cottura delle Vongole guardate ciò che abbiamo già scritto nella ricetta Linguine con le Vongole.

Far riscaldare molto dolcemente due degli spicchi d'Aglio affettati, il Peperoncino spezzato e due rami sani di Prezzemolo con l'Olio EVO, ponendoli in un tegame, provvisto di coperchio e molto capiente, tenendo presente che dovrà contenere le Vongole aperte. Dopo un buon quarto d'ora che dovrebbe essere sufficiente a far iniziare un certo imbiondimento dell'Aglio, alzare la fiamma, facendo arrivare l'olio al limite del fumo e versarvi velocemente le Vongole sgocciolate, stando pronti a porre il coperchio per parare l'indispensabile forte sfrigolamento. Dare qualche vigorosa scossa al tegame per favorire il rimescolamento, aggiungere il vino e il pomodoro (per la ricetta vedi qui). Ogni tanto dare una scossa al tegame, in questa maniera le vongole ancora chiuse, contenenti la loro acqua e pertanto pesanti, andranno verso il fondo del tegame e quelle già aperte, leggere avendo perso l'acqua, verranno alla superficie. Quando ci sembrerà che tutte le vongole si sono aperte, alzare al massimo la fiamma e rimestare vigorosamente favorendo sia la penetrazione dell'intingolo nelle vongole sia l'evaporazione dello stesso. Quest'ultima fase durerà non più di due o tre minuti, spegnete, irrorate di prezzemolo tritato grossolanamente ed impiattate su fette di pane, che, secondo i vostri gusti, potranno essere abbrustoliti o fritti in olio evo e strofinati da entrambi i lati con l'aglio.

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3 novembre 2011

Faf Spzzutat' a' Santeramana - Fave Spuntate alla Santeramana


Questa ricetta l'ho appresa durante un ricovero in ospedale, neanche in queste occasioni si calma la mia voglia di conoscere, di ricercare. C'era nella mia stanza un giovanottino di ottantuno anni, un metro e quaranta di simpatia, furbizia, arguzia e curiosità, malgrado un intervento a torace aperto di una ventina di giorni prima. Ho subito cercato di guadagnarmi la sua fiducia, perché cominciasse a raccontarmi i suoi ricordi. Non è stato difficile, era una persona amante del racconto, che faceva con dovizia di particolari ed, intelligentemente, amava le interruzioni per gli approfondimenti. Mi ha raccontato tante cose, tante abitudini, tanti miei "perché" hanno trovato risposta. Non era un esperto di cucina, questo tradizionalmente è un campo prettamente femminile, oltre tutto, appartenendo alla aristocrazia degli agricoltori, il suo mestiere è, e ci tiene a specificarlo, u spruiulator, il potatore e l’innestatore, aveva sempre da fare e poco tempo da stare in casa, pertanto mi ha solo dato degli accenni e delle indicazioni su formaggi, avendolo fatto quando aveva un gregge di pecore e capre, ed altro, solo una vera e propria ricetta, unica ma anche molto preziosa in quanto molto tradizionale ed esclusiva nella sua semplicità. Si può considerare anche un piatto del recupero perché si può realizzare anche con le Fave cotte con la buccia avanzate ed il pane di qualche giorno.
Di Fave Spzzutat’ ne abbiamo già parlato qui, abbiamo anche spiegato come si spizzutano, in sostanza la loro cottura è una lunga e lenta bollitura. Gli ingredienti per questo piatto sono a testa:
due mestoli di Fave Spzzutat' già cotte – una mezza cipolla media preferibilmente rossa 
mezzo peperoncino – due cucchiai di Olio Extra Vergine di Oliva 
due fette di pane casereccio pugliese o lucano di almeno tre giorni



Affettare finemente la cipolla e metterla a soffriggere, molto dolcemente, con il peperoncino nell’olio. Quando la cipolla sarà ben appassita, aggiungere le fave, soffriggendo anche loro e prosciugandole ben bene, a questo punto versarvi qualche bicchiere d’acqua o brodo, se fosse disponibile, una quantità tale da bagnare abbastanza il pane, farla venire a bollire e versare il tutto sulle fette di pane sistemate sul fondo di una scodella. Un filo d’Olio EVO crudo, eventualmente opportunamente aromatizzato al rosmarino, all’aglio, al timo o altro, completerà egregiamente il piatto.
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